L'arte di lasciar andare e la meditazione

Lasciare andare non è fregarsene

L’arte di lasciar andare non è quello che pensi “Scusa la domanda Caro, ma lasciare andare potrebbe essere interpretato da alcuni come un disinteressarsi delle cose… ora ammetto la mia ignoranza in materia e quindi ti chiedo apposta come interpreti il principio di lasciare andare” MM, l’altro giorno su Instagram Ringraziamo tutti MM, che ha…

Come affrontare gli imprevisti

  Sbagliare treno e restare un giorno in più a Venezia  Come alcuni di voi sanno perché ci vediamo su Instagram, la scorsa domenica mi sono diretta alla stazione di Venezia-Santa Lucia, per poi scoprire all’ultimo minuto che il mio Frecciarossa partiva da Mestre. Ho dunque perso il treno con il quale pensavo di tornare…

Sei molto stressato o ti stressi facilmente?

Quando le cose non vanno come vorresti

Quando ti ritrovi oberata di lavoro e proprio non te l’aspettavi Quest’anno ho deciso di farmi un grande regalo. Memore delle difficoltà dell’estate scorsa, quando per ragioni di salute sono rimasta a Milano, ho deciso di chiudere lo studio una decina di giorni prima del solito per andare in Toscana a scrivere il mio nuovo…

come volersi più bene per davvero

Come volersi bene

Breve storia della mia ultima analisi Spesso mi capita che le persone si rivolgano a me perchè si sentono insicure, e mi chiedono se la pratica può aiutarle, e in che modo, ad aumentare la loro autostima. Non sanno che, per tantissimi anni, io stessa ho avuto più di un dubbio sul mio valore. Ricordo…

Grazie Carolina,

ci tenevo a ringraziarti di cuore per quello che mi hai trasmesso durante il programma MBSR, spesso a voce non sono molto brava e preferisco scrivere: solo questa mattina presto quando mi sono svegliata mi sono resa conto che il nostro appuntamento settimanale non ci sarà e mi mancherà tantissimo (ti immagino chiedermi, “cosa senti?” ed io rispondere “un varco nel cuore che ora è aperto e vuole essere alimentato”).

I veri doni maturano piano piano come i semi sotto la terra e nel mio vasetto che ho mostrato ieri sera,  appena arrivata a casa ho seminato un fiore spero possa sbocciare nei prossimi mesi. Ti assicuro che ho levato il tappo così entrerà il sole ed il respiro del vento.

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CHIARA D. fa entrare il sole

Quando ho deciso di iscrivermi al protocollo MBSR, sapevo che la mindfulness (così come viene insegnata nell’MBSR) era nata in origine  per migliorare la qualità di vita delle persone con dolori cronici. A questa informazione, tuttavia, non ho fatto caso più di tanto. Il dolore fisico non è mai stato un problema, lo sopporto bene… Insomma, abbastanza bene. In ogni caso, per fortuna non so che cosa voglia dire convivere con una malattia invalidante.

Senonché… La scorsa primavera ho avuto un episodio di stomatite. E poi un altro. E un altro ancora. Alla fine ho perso il conto. Certo, nessuno è mai morto per una stomatite né la si può definire una malattia invalidante. In compenso, però, può essere un’esperienza molto, molto dolorosa. Ricordo in particolare un mattino in cui anche solo bere un frullato è stato atroce.

Beh, quel famoso mattino, arrivata in Semplicemente Spazio, ho scoperto che uno degli esercizi in programma era mangiare consapevolmente. Panico. Dove mi avrebbe portato mangiare con presenza mentale se già farlo con la testa rigorosamente sotto la sabbia faceva un male cane? Nel vano tentativo di sfuggire al dolore avevo infatti trasformato i pasti in una sorta di momento mindless, il momento principe in cui non-esserci. Se dovessi fare un paragone, direi che era come tentare di correre senza appoggiare i piedi per terra (inutile dire che non mi ha portato da nessuna parte, azzerando per giunta tutto il resto).

Non posso dire di non avere esitato, ma a quelle alture non avevo più niente da perdere. E così, alla fine, ho scelto di mangiare con consapevolezza. A distanza di pochi mesi non so dire se mi abbia fatto più o meno male, o se il dolore sia rimasto uguale (probabilmente sono successe tutte e tre le cose in momenti diversi). Quel che so con certezza è che tutto il resto ha smesso di essere uno zero: in mezzo al dolore mi arrivava dell’altro – schegge di sapore e, con il sapore, il piacere. All’improvviso ho sentito che, per quanto fosse sgradevole e dolorosa, potevo stare con la mia stomatite senza per questo morirne e, anzi, che potevo godermi quel che c’era da godersi – il cibo. E niente, per me è stata una rivelazione.

Se ora mi guardo indietro, vedo che è successa più o meno la stessa cosa anche sul piano non fisico, solo in modo più sottile. Quando mi ritrovo a rimuginare, saltando da una costruzione mentale all’altra senza via d’uscita, tento di ancorarmi al respiro. «Inspiro, espiro. Inspiro e sono consapevole di inspirare, espiro e sono consapevole di espirare…». Nel momento in cui lo faccio, alzo gli occhi da terra e (quasi) immancabilmente vedo qualcosa – a volte anche «solo» un taglio di luce che non opprime ma eleva. (E non è che quel qualcosa prima non ci fosse, semplicemente io non lo vedevo.) Può sembrare poco, ma in realtà è tantissimo. E, soprattutto, interrompe un vortice di pensieri negativi che non sono nemmeno la realtà. Quel poco basta per fare spazio ad altro.

A questo proposito Brené Brown dice una cosa che sento molto vera, e cioè che non possiamo escludere quello che ci fa star male senza compromettere la nostra capacità di sentire quello che ci fa star bene («numbing vulnerability is especially debilitating because it doesn’t just deaden the pain of our difficult experiences; numbing vulnerability also dulls our experience of love, joy, belonging, creativity, and empathy. We can’t selectively numb emotions. Numb the dark and you numb the light»*). Ecco, la mindfulness per me è un modo per dis-anestetizzarmi e per sentire quello che c’è, tutto quello che c’è.

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* Brené Brown, Daring Greatly: How the Courage to Be Vulnerable Transforms the Way We Live, Love, Parent, and Lead, Portfolio Penguin, 2013, Kindle Edition.

FEDERICA G.: mindfulness e stomatite
Per vedere i risultati del programma MBSR ci vogliono tre ingredienti: un bravo insegnante (e Carolina lo è), una sufficiente motivazione interiore, e la fiducia di ancorarci al respiro lasciando essere e lasciando andare con gentilezza e compassione tutto ciò che transita per la nostra mente.
Personalmente ho smussato parecchie spigolature presenti nel mio carattere, sviluppando più pazienza, tolleranza, presenza mentale.
In questo mi sono sentito molto sostenuto dall’interiorizzazione di una frase che ho sentito più volte ripetere durante il corso e che direttamente mi riconduce all’importanza della virtù della Semplicità:
“Sono vivo, sono intero, è tutto qui, è tutto davvero qui”
Lino Causarano è vivo e intero!