ASCOLTA, SE VUOI
“Natale è bello ma pericoloso.” Barbara
“Vorrei addormentarmi e svegliarmi il 7 gennaio, quando è tutto finito.” Francesca
Il form della Fabbrica della Psiche di questo mese chiedeva: Ti va di dirmi quali sono le tue prime associazioni alla parola: Natale? (a proposito: hai già scaricato Sopravvivere alle Feste?)
La fatica del Natale
Se la Fabbrica della Psiche fosse una barca, questo mese sarebbe molto sbilanciata da una parte. Appesantita dal carico di fatica emotiva tipico di questo periodo dell’anno, e da tutti i nodi, non sempre facili da dipanare, che stanno intorno a due parole: famiglia e ideale.
Ho deciso, questo mese, di dare voce alle vostre voci, senza commento. Ti invito ad ascoltarle come punti di vista possibili, esattamente come il tuo. Osserva come risuonano dentro di te: le sensazioni, i pensieri e le emozioni che evocano. Lascia pure cadere ciò che pensi non ti possa servire, e porta con te tutto il resto.
Seguirà, prima della condivisione in coppie e in gruppo, una meditazione guidata di self-compassion. Iniziamo.
“Natale è una coccola che mi attende ogni anno.” Michela
“Natale è ‘Mamma ho perso l’aereo’ :)” E.
“Natale è calore, abbracci, pace, riposo, prendere tempo, ritrovarsi.” Elena
“Natale è emozione e condivisione. Associo questa parola a Famiglia.” Roberta
“Natale è anche una festività religiosa per me, è fare posto ai sentimenti buoni e preziosi, è liberare il cuore dai pesi.” Anna Maria
Poi, ecco Gaia:
“Natale, come me l’hanno insegnato, è nonni e bambini intorno a un albero, è la festa della famiglia come luogo di calore e riparo. Una visione tanto ottocentesca, ma che ancora purtroppo ci condiziona fortemente. Peccato che questo la renda, come del resto la famiglia di sangue, una festa profondamente ingiusta. Non tutti hanno avuto in sorte un rifugio accogliente, abitato da persone con cui scambiare parole intime.”
Natale ideale, Natale reale
A volte, l’atmosfera famigliare è lontana dall’ideale:
“Sono una figlia di genitori che per ‘facciata’ e perbenismo ha dovuto passare i Natali tutti insieme, alla stessa tavola, anche se i miei non si parlavano o peggio si ignoravano. Ricordo ancora i regali scambiati tra loro pieni di rancore, soprattutto di mia mamma.
Sento addosso quell’aria di ipocrisia natalizia che mi fa venire sempre il mal di stomaco (reale) e la nausea. Ho provato a vedere il Natale in maniera diversa con la famiglia del mio ex marito, ma la sensazione è sempre quella: non vedo l’ora che passi tutto velocemente.
Per fortuna lavoro in Hotel… spesso i turni mi salvano da questo supplizio :)!” Valentina
A volte, molto lontana:
“Il Natale, in passato, l’ho sempre associato a un momento di profonda tristezza. Mia madre, dopo la separazione da mio padre, diceva che non eravamo più una famiglia. E ogni Natale era sempre con i lacrimoni, diceva che ormai non sarebbe mai più stata una festa. Io invece avrei voluto che fosse comunque felice di trascorrere il Natale con me, ero comunque li e avevo solo 7 anni…
Da quando i miei genitori sono morti per me Natale è più sereno.
Ora vivo in una grande città e anche se non ho un compagno e una famiglia vicino, sono felice di trascorrerlo nella mia bellissima casa, con i miei gatti, senza pensare a ciò che non c’è più, ma solo a quello che ho adesso. Gioia da condividere, tutta quella che mi è stata negata per anni.” Tiziana
Natale, quando siamo infelici, può farci sentire distanti da tutto e da tutti:
“Ho sempre pensato che il Natale fosse la festa della famiglia, dell’intimità domestica, della serenità. Forse era un po’ un luogo comune, ma a me piaceva: almeno a Natale mi sentivo davvero bene. Negli ultimi anni, però, sono così profondamente infelice che ho messo in dubbio tutte le mie certezze. E oggi il Natale mi lascia un po’ perplessa. Forse è meglio prenderla con superficialità, lasciando scivolare via tutto.” Grazia
Alessi spiega bene il perchè:
“Natale è felicità, condivisione, regali, colori e quando sei lontana da questi significati, accentua la loro mancanza. Diventa quindi malinconia, ricordi, senso di vuoto e bisogno.”
E Sara ci ricorda quanto è difficile quando confrontiamo la nostra vita con modelli ideali:
“Aiuto! Per me è il momento dell’anno dove in assoluto i modelli di perfezione che ho in testa su famiglia, amicizia, status, padre, madre, sorelle, nonni, affetto, amore, attenzione, chi se ne è andato, centrotavola, albero, elfi ecc… mi portano a fare mille bilanci. Manco a dirlo molto poco risulta in linea con questi maledetti modelli e quindi arrivo alla Befana stremata. Di solito mi rifugio in cucina e cucino come una pazza tentando di riempire il mondo di cibo per non sentire il vuoto che avanza. Più passano gli anni e peggio è. Help non lasciarmi sola in questo periodo 😂”
Altre voci sul Natale
“Il Natale è per le persone felici, per la maggior parte di noi è uno sforzo che richiede applicazione, sacrificio, pazienza. Ma nonostante questo amo tutto ciò che accompagna questo periodo. Ci tiene per un attimo allacciati ai ricordi.” Elena
“Natale è uno stato d’animo che può sapere di stupore, sorpresa e gioia. Ma al contrario può corrispondere anche a malinconia, nostalgia, tristezza. Sono una maestra e finché vivo la preparazione del Natale a scuola, riesco a vedere la parte bella, con uno spirito sereno che condivido insieme ai miei alunni ed è veramente festa. Quando poi arrivano le vacanze, entro in un mood molto diverso. Il fermarsi mi porta spesso a sentire il vuoto e, nonostante gli affetti intorno, mi sembra tutto finto e preferisco restare da sola a cullarmi nella mia tristezza. Allora Natale diventa riposo ma anche tempo in cui la testa inizia a fare bilanci, non sempre in positivo. Ripartire a gennaio, allora, è un riprendere la marcia e camminare senza pensare.” Giorgia
“Siamo ebrei, festeggiamo Hanukkah. Significa che mio figlio parteciperà alla festa di Natale della scuola senza che nessuno si ponga il problema che esistono anche gli altri. Un po’ mi dispiace ma so che non ci si può fare nulla.” S.
“Le persone sono sempre più spente e le luci sempre più accese, spero cambi qualcosa, in me sicuramente.” Marika
“L’atmosfera natalizia mi piace un sacco e parto da qui, però… ogni anno è un’auto-aspettativa di serenità, amore e perfezione che mi ritrova alla fine sempre perdente e delusa. Un immaginario che non riesco mai a fare aderire alla realtà.” Sara
“Il Natale per me è un sogno, che temo non si realizzerà mai, ma al quale non riesco a rinunciare.” Mirna
Natale: lasciar andare i pesi
Eppure, se lasciamo andare l’ìdea che le cose debbano essere diverse da come sono, forse trovare un compromesso è possibile:
“Per me Natale è famiglia, non necessariamente con marito e figli… ma con persone a cui vuoi bene e che te ne vogliono, compresi gli animali.” Eleonora
“Natale, al di là di tutto il pacchetto di fiocchi rossi e regali, è un momento di paura. Paura che mi sentirò sola, paura del bilancio annuale che mi vede di nuovo single e non aver realizzato il piano che avevo per me. Negli anni le strategie che ho adottato per scappare da questa parola sono state molte. Prima fra tutte, fare un viaggio lungo. Quest’anno, stranamente, ho deciso che starò ferma. Affronterò la paura di non poter essere pienamente felice, e magari invece lo sarò.” Ilaria
“Prima era affanno e peso allo stomaco, ma con gli anni cerco di togliere gli stereotipi inutili ed ecco che Natale mi può dare calma, gioia, condivisione e tepore.” Ilaria
“Col passare degli anni, ho iniziato a vivere il Natale come un momento di bilancio: ogni anno mi sentivo frustrata per la mancanza di qualcosa per cui potessi sentirmi felice, da un amore sano a un cambiamento sul lavoro. Adesso, invece, sto imparando ad accettare e a vivere tutte le emozioni che, ad ogni Natale, vengono a farmi visita, come in qualsiasi altro momento dell’anno.” Francesca
“In questo momento Carolina, alla parola Natale mi salgono le lacrime agli occhi. Poi supero le idealizzazioni e ritrovo me stessa: è con me che passerò il Natale e l’inizio del nuovo anno. Sono io il mio grande amore.” Roberta
Infine, Emilia:
“Fino ad ora non c’è stata tempesta che sia riuscita a scardinare ciò che in automatico io associo alla parola Natale e cioè Magia. Ogni concetto o immagine che immediatamente cuore e mente gli associano, come calore, pace, gioia, quiete, sicurezza, entusiasmo, si può, per me, riunire nella parola Magia. Non so se è un condizionamento culturale o la fortuna di aver avuto Natali gioiosi nell’infanzia, ma anche quando mi ritrovo sola o, ultimamente, anche a lavorare il giorno di Natale, a mangiare sola, il peggio che posso provare è un po’ di nostalgia di tempi passati, ma subito la bellezza del ricordo ha il sopravvento sulla nostalgia e continua a riempirmi di gioia da dentro. Per questa Magia sono infinitamente grata a persone, fatti, energie e non so cos’altro che mi concedono di sentirla.”