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Ricordare come riportare al cuore
“Quello che mi piace della parola ricordare è che ha dentro il cuore, cor.
La sento come un invito a tenere stretti nel cuore:
I momenti belli
I momenti tristi
I momenti di gioia
I momenti di fatica
I momenti di esaltazione, quando mi è sembrato di poter spaccare tutto e scoppiavo di felicità
I momenti di depressione, quando mi sono sentita tutto il peso del mondo addosso e mi è parso di sprofondare in un baratro
Momenti che so di poter tirare fuori dal cuore quando mi va e coccolarmeli un po’”
Francesca
Il form della Fabbrica della Psiche di questo mese chiedeva: Ti va di dirmi cosa vuol dire, per te, ricordare?
Il filo dolceamaro dei ricordi
A volte ricordare è il desiderio di tenere con noi qualcosa di prezioso:
“Ricordare è una delle cose che amo fare di più. È non dimenticare le persone che non ci sono più e creare un legame con loro e con i luoghi, i viaggi, le esperienze, i profumi e le canzoni. Mantenere dei legami che si annodano in una bellissima e tormentata trama della vita.” Beatrice
“Per me ricordare è quasi una fissa: ho il desiderio di fermare il più possibile gli attimi presenti nella mia memoria e spesso mi piace cullarmi nei bei ricordi passati.” Margherita
“Conservare nella memoria attimi da richiamare alla mente con tenerezza. Non so perché, non ricordo nulla di spiacevole, filtrato dal tempo tutto ha un sentore quasi legato alla nostalgia” Paola
Anche quando il filo dei ricordi non è tutto di zucchero, ricordare può essere un riparo:
“Ho tanti, tantissimi ricordi nei quali spesso mi rifugio, alla ricerca di una spensieratezza che in questo periodo mi manca come l’aria. A volte basta una canzone perché nella mia mente si affaccino ricordi, momenti, persone, sensazioni, viaggi. Vedo scorrere le immagini della mia vita come se guardassi un film: la protagonista sono io, certo, ma a volte faccio fatica a crederlo. Chi era quella bambina? Quella ragazza? Quella donna? E cosa è diventata ora? E poi ci sono i ricordi che fanno male, che suscitano in me una rabbia sorda, ancora a distanza di tanti anni, perché tanto dolore sarebbe stato forse evitabile, chissà, se solo… Ricordare per me è gioia, nostalgia, rabbia e dolore al tempo stesso.” Claudia
Non sempre, però, ricordare è una scelta. Ricordare può essere, anche, un assalto improvviso:
“I ricordi arrivano quando meno me lo aspetto e mi investono totalmente, fanno male come un coltello nello stomaco” Francesca
… un sequestro:
“Ricordare per me è una gabbia, che mi contiene e da cui fatico a trovare la porta per uscire.” Simona
… un precipizio:
“Purtroppo molto spesso associo la parola ricordare a momenti che ho attraversato con difficoltà. Mi viene automatico associare questa parola a momenti difficili piuttosto che a momenti sereni” Sara
… un peso:
“Ricordare per me è una croce, ci sono in me troppi ricordi ingombranti e dolorosi… il mio profondo desiderio è, da tempo, imparare a lasciare andare questi fardelli” Gabriella
… una fonte di stress:
“Ci sono troppe cose da ricordare… e se ne dimentico qualcuna?” Lucia
… un’occasione per attivare il nostro critico interiore:
“Ricordo gli eventi dolorosi o in cui mi sono vergognata per ricordarmi di non darmi tante arie, che non sono un gran che. I ricordi spiacevoli sono molto vividi, mentre quelli belli sono sfocati e li vedo sparire un po’ alla volta.” Susanna
… un momento che cambia tutto:
“Penso alla nascita prematura dei miei bambini, due gemelli, alla ventisettesima settimana. Il bambino ha avuto un’emorragia cerebrale ed è rimasto tetraplegico, mentre la bambina non ha riportato danni. Da lì, la mia vita è completamente cambiata, non so dire se in meglio o in peggio ma forse, oggi, sono più autentica” Tiziana
Ricordare per sopravvivere
Eppure, smettere di ricordare vorrebbe dire perdere il patrimonio delle nostre esperienze:
“Tenere vicino al cuore. Portare con sé momenti belli e brutti che ci hanno resi le persone che siamo. Non voler dimenticare.” Elisa
“Ricordare per me è un insieme di piccoli post-it di vita che mi aiuta a cercare di essere resiliente. Dove per resiliente intendo essere fluido e capace di assorbire gli urti della vita.” Pietro
“Ricordare per me è far tesoro. Ci sono ricordi anche molto dolorosi ma che ripensati nel tempo diventano ricordi positivi: ‘da questa esperienza sono diventata più forte, ho imparato, ho capito…’ Ci sono bellissimi ricordi che ripensandoli provo ancora la stessa emozione, come la prima volta che ho stretto fra le braccia il mio primo figlio. Un’emozione fortissima che provo anch’ora adesso.” Alberica
“Sono un’anima nostalgica: ricordo, dunque sono” Cristina
Ricordare poi, come ben sa chi è stato vicino a qualcuno con un disturbo della memoria, è una questione di sopravvivenza:
“Ricordare è fondamentale in alcuni casi, come ricordare dove ho messo le chiavi della macchina o addirittura dove l’ho parcheggiata l’ultima volta che l’ho presa” Mara
“Spero di non dimenticarmi di ricordare.”
Forse è per questo che scriviamo diari:
“Da quando sono adolescente scrivo tutto quello che mi passa per la mente su diari e quaderni ai quali ho aperto il mio cuore. Oggi a 48 anni sono felice di quei diari perché quando i ricordi non sono nitidi vado a rileggerli. E quanti ricordi riaffiorano… quelli belli mi fanno sorridere e mi ‘ricordano’ quanto devo essere grata, quelli dolorosi fanno male, alcuni più di altri, e vorrei spesso rimuoverli e ripartire da zero. Eppure, mia nonna diceva sempre che più si invecchia più sono proprio i ricordi a darti vita, quindi che siano tutti i benvenuti!” Marcella
E forse è per questo che, nonostante l’imprevedibile sapore dolceamaro dei ricordi, ricordare resta un’aspirazione:
“Prima ricordare era per me un punto di forza, ricordavo eventi, persone e dialoghi e ci contavo. Da qualche anno ricordo davvero poco, pur non essendo esattamente anziana. Mi restano dei ricordi emotivi, ma sempre più sbiaditi. Forse non ci sono cose particolarmente significative da ricordare? Oppure sono io che non presto attenzione. Diciamo, quindi, che ricordare è un anelito e in qualche modo un buon proposito”
Ricordare per non perderci
Senza ricordi, siamo persi:
“A volte quando tornano alla mente i ricordi fanno male perché riportano a galla tutto il dolore, tuttavia sono preziosi in ogni caso perché rappresentano delle porte di accesso verso la nostra intimità. È importante ricordare per non dimenticare la strada che abbiamo fatto per diventare ciò che siamo” Silvia
E per ricordare con meno dolore, ecco che arriva in soccorso lo sguardo paziente, curioso e amorevole che tanto coltiviamo nei percorsi di mindfulness e in psicoterapia:
“Per tanto tempo ho analizzato, rimuginato e mi sono fatta male, ora è arrivato il momento dello sguardo amorevole che ricopre dolcemente ogni cosa ed è come se guardassi un paesaggio innevato. Non mi soffermo sul freddo ma sulla dolcezza con cui i fiocchi di neve ricoprono le case, gli alberi, le piazze. Dopo tanto, osservo in pace.” Anna Paola
“Ricordare è un filo. All’altro capo palloncini di elio. Alcuni sono legati al polso belli stretti, altri sono solo tenuti fra le dita. Ci sono ricordi che non lascerò mai, altri che lascio. Qualcuno a volte torna ogni tanto a farmi visita di nuovo: lo riacchiappo, lo tengo un po’ con me, poi mi distraggo, apro la mano e vola via, ma non sono dispiaciuta. Altri restano con me sempre: a volte sono cose ancora da risolvere, frutti che devo far maturare. Altre volte ho solo paura di lasciarli per lasciare la persona che ero in quel momento, o le persone che non sono più con me. In tutti i casi si parla sempre di passato: penso che fino a quando non guarderò bene tutti quei palloncini legati al polso, non potranno davvero mai volare liberi nel cielo, e nemmeno io.” Ilaria
Ricordare, per te
Prendi carta, penna e un momento per te, libero da interruzioni, per rispondere a queste domande:
- Scrivi le prime tre frasi che ti vengono in mente se ti dico: “Ricordare”.
- Che emozioni associ al ricordare? Di nuovo, scrivi senza troppo pensare.
- È faticoso per te ricordare? Se sì, prova a scrivere perché.
- È dolce ricordare? Se sì, perché.
- Come ti senti quando dimentichi?
… ci vediamo a dicembre, per un nuovo appuntamento de La Fabbrica della Psiche. La parola di dicembre verrà annunciata il 1 dicembre, sia su IG che in Newsletter, insieme al form per dare la tua risposta.
Qui trovi tutte le registrazioni degli incontri.