Quante volte hai desiderato di poter smettere di pensare a questa o a quell’altra cosa, per sentirti finalmente libero, rilassato e sereno?
E quante volte ci sei davvero riuscito? Non so tu, ma per me non ha mai funzionato, e mi risulta che sia così per tutti gli esseri umani.
È un’idea molto comune questa di poter smettere di pensare, una sorta di leggenda metropolitana tipo quella dei coccodrilli nei canali sotteranei di New York, ma è davvero irreale perché la mente non funziona così.
Non puoi scacciare i pensieri, ma puoi lasciarli andare.
Puoi allenarti a spostare la tua attenzione da un oggetto all’altro, dal passato/futuro al presente, da ciò che poteva essere o temi che sia a ciò che è, da timori e fantasie al fatto che sei vivo e che hai, dentro di te, tutte le risorse per farcela. Ti serve “solo” imparare a contattarle.
Che elefante vuoi lasciare andare oggi? Lascia andare l’elefante, senti i piedi.
Reel ispirato a una metafora letta su “Practical Mindfulness”, curato da Ken A. Verni per Penguin Random House. Lo trovi anche in italiano come “Minfulness in Pratica”, per Giunti Editore.

Autore: Carolina Traverso
Mi chiamo Carolina Traverso, Caro per gli amici.
Sono nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre Italiano. Sono cresciuta prevalentemente in Italia, ma ho vissuto anche in Iran prima della scuola materna, a Londra dopo l’Università e, sulla strada per tornare a casa, ho attraversato da sola per un anno l’India e il Sud Est Asiatico con uno zaino sulle spalle.
Da qualche anno lavoro e amo a Milano insieme a Iago, il mio pastore svizzero.
Le mie esplorazioni intorno alla meditazione sono iniziate quando avevo diciassette anni, per curiosità, e sono proseguite, dopo i venti, tra Londra e l’Asia.
A voler essere sincera, mi sembrava di riuscire a cogliere solo in parte ciò che i miei insegnanti provavano a trasmettermi, ma sentivo che la pratica mi faceva stare bene e questo mi è bastato per farvi ritorno, nel tempo, sempre più spesso.
Ho sentito per la prima volta parlare di mindfulness una decina di anni fa, durante un ritiro di yoga a Goa, da una collega svedese che la insegnava.
Desiderosa di approfondire, ho scoperto il lavoro di Jon Kabat-Zinn, me ne sono innamorata per il calore umano e il rigore scientifico, e in poco tempo mi sono formata come insegnante di mindfulness.
Da allora, sul mio percorso, ho incontrato centinaia di allievi e altrettanti maestri.
Poter praticare e insegnare mindfulness, integrandola anche nel mio lavoro di psicoterapeuta, mi fa sentire enormemente fortunata. È un dono immenso di cui non posso più fare a meno.