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Studi scientifici su mindfulness e salute mentale
Gli studi scientifici sugli approcci basati sulla mindfulness hanno evidenziato, negli anni, che la mindfulness è in grado di impattare in modo significativo non solo sulla nostra salute fisica ma anche, tanto, sulla nostra salute mentale.
È ormai noto, tra praticanti e gli addetti ai lavori, che la mindfulness riduca l’intensità dei sintomi legati all’ansia, alla depressione, alle dipendenze e, più in generale, migliora la capacità di gestire le emozioni e la nostra relazione con noi stessi e con gli altri. Chi pratica mindfulness è più presente a sé stesso e alle situazioni, ed è maggiormente capace di prendersene cura in modi benefici per sé e per gli altri.
Uno studio di Goldberg analizza i risultati di 142 studi clinici, eseguiti tra il 2000 e il 2016 per un numero totale di 12.000 partecipanti, volti a misurare gli effetti sulla salute mentale di interventi basati sulla mindfulness.
I risultati, pubblicati nel 2018 sulla Clinical Psychology Review, evidenziano che gli interventi mindfulness-based sono equivalenti, per efficacia, ad altri interventi psicoterapeutici già validati scientificamente come buone prassi cliniche. Si tratta di un dato certamente da approfondire, ma molto incoraggiante per chiunque sia interessato alla validazione scientifica della mindfulness.
Ora, lascia che ti dica, da insegnante di mindfulness e da psicoterapeuta che non può più fare a meno di questo approccio anche in seduta, alcune ragioni per cui la mindfulness ha un impatto così positivo sulla salute mentale.
La mindfulness riduce le ruminazioni mentali
Noi esseri umani siamo unici nella capacità di ricordare il passato e di immaginare il futuro. È una capacità meravigliosa, che permette di imparare dall’esperienza e di pianificare imprese creative, audaci e strabilianti.
Peccato che, a volte, la tendenza della mente ad andare nel passato e nel futuro si trasformi in ruminazione mentale. Iniziamo a pensare a ciò che avrebbe potuto essere, e che forse rimpiangiamo o non ci possiamo perdonare, e a ciò che potrebbe accadere, che anticipiamo con paura e ansia. Con gli strumenti che offre per essere più capaci di lasciare andare e fare ritorno al presente, la mindfulness riduce l’eccesso di pensiero negativo comune a molti problemi di salute mentale.
La mindfulness migliora la capacità di gestire le emozioni
La pratica della mindfulness aiuta a gestire meglio le emozioni per diverse ragioni. La prima è che, quando frequentiamo di più il presente, ovvero ciò che accade momento per momento dentro e intorno a noi, ci è più facile accorgerci di ciò che proviamo e prendercene cura prima che ci travolga.
La seconda è che la mindfulness ci aiuta a vedere che emozioni e pensieri sono eventi passeggeri, che vanno e vengono un po’ come le nuvole, a meno che non li cristallizziamo con il giudizio, cioè con la convinzione che ci siano emozioni che possiamo provare, mentre altre sono inaccettabili, e che il nostro valore dipende da quali viviamo più spesso.
La mindfulness ci insegna a coltivare la gentilezza e il coraggio di accogliere ciò che proviamo anche quando ci fa paura o vorremmo fosse diverso. E questa scelta non scontata, nel tempo, ci permette di ritrovare fiducia in noi stessi. Praticando, scopriamo di potere per così dire “surfare” attraverso onde emotive anche molto alte e che, se solo smettiamo di forzare le cose, la nostra esperienza interiore può trasformarsi in modi impensati.
Come dice Jon Kabat-Zinn: “Noi pensiamo di fare la mindfulness, ma è la mindfulness che fa noi”.
La mindfulness migliora le tue relazioni rendendoti più empatico
Ammetto che non mi è mai capitato che qualcuno si rivolgesse a me con la richiesta esplicita di diventare più empatico ma, di fatto, l’empatia è alla base della salute di tutte le nostre relazioni. Se non siamo capaci di sentire l’altro, o desiderosi di metterci nei suoi panni, è difficile stabilire una connessione autentica, stabile e di valore con un altro essere umano.
Quando le nostre tempeste interiori si placano un po’, siamo più capaci di prenderci di noi senza proiettare continuamente sugli altri i nostri bisogni insoddisfatti. Vediamo anche che non siamo soli nelle nostre paure, fatiche e desideri e che tutto e tutti siamo interconnessi. Accorgerci della sofferenza altrui diventa più facile, così come tendere una mano.