Meditazione di gentilezza amorevole a partire da 13’00”
Potresti pensare che la guerra nasca da qualcosa o da qualcuno che la provoca. Ma se guardi con più attenzione, potresti accorgerti che le cose non stanno esattamente così.
La guerra nasce dall’ostilità, dall’insorgere di sentimenti negativi nei confronti di persone e situazioni, dentro di noi.
In “Come Addomesticare un Elefante Selvaggio e Altre Avventure nella Mindfulness”, il libro di Jan Chozen Bays che fa parte della collana Mindfulness che curo per Hoepli, esiste una pratica, la numero 35, che s’intitola proprio così: “Nota l’ostilità”.
L’ostilità può manifestarsi con sentimenti leggeri, come l’irritazione, o forti, come la rabbia e l’odio. Ed è, se la guardiamo da vicino, un sentimento pervasivo nelle nostre vite, certamente più di quanto non ci piaccia ammettere.
Mi sono fatta coraggio e, nelle ultime settimane, ho osservato con cura la mia ostilità, che si è manifestata:
- Come bisogno di difendere un territorio immaginario da potenziali minacce: Cosa vuole, ancora, la ex del mio fidanzato?
- Come indignazione nei confronti di punti di vista e comportamenti differenti dai miei: Come può non capire? Possibile che non ci arrivi dopo tutte le volte in cui ho provato a spiegarlielo? Sospetto che questa sia una forma di ostilità piuttosto diffusa
- Come bisogno di proteggere che diventa desiderio di controllare chi amo. Piantala di mangiare così tanto! Dovresti fare più attività sportiva!
Come si manifesta la tua ostilità? Ci hai mai fatto caso?
Un ultimo avvertimento, molto importante: la rabbia può essere un’emozione utile, che ci dice chiaramente che qualcosa non va e suggerisce azioni di buon senso. È che, a volte, la coltiviamo inutilmente o esageratamente, con grande danno a noi stessi e agli altri.