Cos’è la gratitudine e perchè coltivarla
Questo pomeriggio, preparando il nostro incontro, riflettevo sulla mia storia con la gratitudine. Ho sempre avuto la tendenza ad entusiasmarmi per ciò che mi rende felice, ma la gratitudine è qualcosa di più profondo: è la capacità di vedere la luce anche quando tutto sembra buio, la disponibilità a lasciar emergere la bellezza anche nel casino più nero, e l’impegno a farlo.
La gratitudine per le piccole cose ci sostiene anche nei momenti difficili
La gratitudine è una delle mie pratiche preferite. È l’antidoto alla sensazione di non essere o di non avere abbastanza o, come dice Jan Chozen Bays in “Come addomesticare un elefante selvaggio e altre avventure nella mindfulness”, alla tendenza della mente ad essere attratta dal negativo come fosse una calamita. Praticare la gratitudine ci permette di riportare alla luce ciò che di positivo accade ogni giorno nelle nostre vite. In mezzo alle difficoltà, esercitarci a notare le cose per cui siamo grati rasserena la mente e ci dona un cuore più coraggioso.
Confermo che la mia più grande insegnante di gratitudine, sino ad oggi, resta mia madre Christiane. Anche se sono passati più di tredici anni, e il dolore ha cambiato forma da quando ne scrivevo nel 2012, le ultime settimane trascorse nell’unità per malati terminali dell’ospedale di Bellinzona restano piene di ricordi indelebili. Tra questi, gli occhi di mia madre quando la spingevo, in sedia a rotelle, sino a fuori dal reparto per poter sentire il sole e respirare l’aria fresca. “Torniamo indietro, sono stanca”, diceva dopo pochi minuti che, a volte, sembravano secondi. Ma ero immensamente grata di poter fare qualcosa per lei, per la sua felicità per un po’ d’aria fresca e un raggio di sole. E sono immensamente grata, ora che ci penso, per il fatto di essere state insieme sino quasi all’ultimo. Siamo state, in un certo senso, fortunate.
Gratitudine: cosa dice la scienza e come la coltiveremo insieme
Recentemente ho scoperto che le regioni cerebrali che si attivano quando proviamo gratitudine fanno parte dei circuiti neurologici che “si accendono” nel momento in cui socializziamo e proviamo piacere, e durante esperienze di vicinanza e di accudimento. In tempi di pandemia e distanziamento sociale, è un effetto che mi ha molto colpita.
Per sentirne anche tu i benefici, ti propongo una meditazione guidata seguita da un piccolo diario, che potrai poi continuare nell’arco della settimana. Insieme, inclineremo la mente a notare non solo oggetti, persone e animali che suscitano in noi questo sentimento, ma ci ricorderemo anche di ringraziare noi stessi. Per i nostri successi, ma anche per i fallimenti, per la capacità di imparare dagli errori e per quella di rialzarci anche quando il corpo duole e fare ciò che va fatto anche nei momenti più faticosi.
Prova a dire il tuo nome, e questa frase: “Beatrice, grazie per…”, “Luca, grazie per…”. Com’è il sentimento della gratitudine? Cosa senti nel corpo, nella mente e nel cuore?
Buona pratica,
Caro