Oche selvatiche
Non devi essere buono.
Non devi camminare sulle ginocchia
per cento miglia nel deserto in penitenza.
Devi solo lasciar che il dolce animale del tuo corpo ami ciò che ama.
Raccontami della disperazione, la tua, ed io ti racconterò la mia.
Intanto il mondo va avanti.
Intanto il sole e i chiari cristalli di pioggia
si stan muovendo pei paesaggi, su praterie e profondi alberi,
su montagne e fiumi.
Intanto le oche selvagge, alte nel puro aere blu,
son di nuovo sulla rotta verso casa.
Chiunque tu sia, non importa quanto solo,
il mondo offre se stesso alla tua immaginazione,
come le oche selvatiche ti chiama, aspro ed eccitante –
annunciando ancora e ancora il tuo posto
nella famiglia delle cose.
Mary Oliver
Se vuoi, puoi abbinare questa poesia al body-scan, o a una pratica di self-compassion.
Buona pratica, Caro

Autore: Carolina Traverso
Mi chiamo Carolina Traverso, Caro per gli amici.
Sono nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre Italiano. Sono cresciuta prevalentemente in Italia, ma ho vissuto anche in Iran prima della scuola materna, a Londra dopo l’Università e, sulla strada per tornare a casa, ho attraversato da sola per un anno l’India e il Sud Est Asiatico con uno zaino sulle spalle.
Da qualche anno lavoro e amo a Milano insieme a Iago, il mio pastore svizzero.
Le mie esplorazioni intorno alla meditazione sono iniziate quando avevo diciassette anni, per curiosità, e sono proseguite, dopo i venti, tra Londra e l’Asia.
A voler essere sincera, mi sembrava di riuscire a cogliere solo in parte ciò che i miei insegnanti provavano a trasmettermi, ma sentivo che la pratica mi faceva stare bene e questo mi è bastato per farvi ritorno, nel tempo, sempre più spesso.
Ho sentito per la prima volta parlare di mindfulness una decina di anni fa, durante un ritiro di yoga a Goa, da una collega svedese che la insegnava.
Desiderosa di approfondire, ho scoperto il lavoro di Jon Kabat-Zinn, me ne sono innamorata per il calore umano e il rigore scientifico, e in poco tempo mi sono formata come insegnante di mindfulness.
Da allora, sul mio percorso, ho incontrato centinaia di allievi e altrettanti maestri.
Poter praticare e insegnare mindfulness, integrandola anche nel mio lavoro di psicoterapeuta, mi fa sentire enormemente fortunata. È un dono immenso di cui non posso più fare a meno.