Negli ultimi mesi ho fatto diverse volte l’esperienza della vulnerabilità. Anche se spesso si legge di quanto sia importante entrare in contatto con la propria vulnerabilità, sentirsi vulnerabili non è per niente divertente e chi ti dice che è facile… mente.
Ricordo una mattina di qualche settimana fa in cui, non trovando un taxi per andare in Pronto Soccorso, ho deciso di prendere la metropolitana. Erano giorni in cui mi sentivo molto fragile e qualsiasi luogo affollato mi faceva paura. Ti lascio immaginare cosa è successo quando sono entrata nel vagone: la mia mente è partita a razzo prefigurando scenari in cui qualcuno mi avrebbe urtato, oppure sarei caduta, e anche se questo non fosse successo: “Oddio chissà cosa mi diranno in ospedale e chissà se ho qualcosa davvero oppure farò la figura della pazza, d’altronde ho troppo bisogno di rassicurazioni così non posso stare, sei matta a non andarci altro che, però respira, mi sento male, calmati”… eccetera eccetera eccetera in quello che potremmo tranquillamente chiamare un episodio di proliferazione mentale senza controllo.
Poi, come per miracolo, qualcosa dentro di me si è risvegliato e mi sono detta: “Questa è la vulnerabilità”. Ho fatto un respiro profondo, e ho smesso di pretendere che le cose fossero diverse. Ho iniziato a guardarmi intorno e ho visto che nulla, ma proprio nulla, degli scenari che la mia mente stava dipingendo era reale. C’erano “solo” il mio corpo appoggiato sul sedile, le persone intorno a me prese dalle loro faccende, ed io che, nonostante le mie paure, ero ancora viva e intera. E’ stato un enorme sollievo.
Potrei farti diversi altri esempi in cui riconoscere ciò che mi accadeva è stato l’inizio di un cambiamento interiore, e raccontarti episodi simili legati a vicissitudini sentimentali, lavorative, famigliari. Il punto, però, non sono io. Ma il fatto che questa esperienza di trovarci talora persi nelle nostre paure e fantasie ci accomuna tutti così come è possibile, per ognuno di noi, scegliere una strada diversa.
Nei prossimi giorni, se vuoi ricordarti della possibilità di ritrovare l’equilibrio anche nei momenti più difficili:
- Quando ti accorgi che la mente prolifera, prova a riconoscere ciò che vi accade: “questa è la paura”, “questa è l’ansia”, “questa è la rabbia”. Dategli un nome.
- Fai una scelta rivoluzionaria: permettete alla vostra esperienza di essere quella che è. Non vuol dire: “Mi piace”, “Che figata”, “Voglio che duri a lungo”, ma è una voce coraggiosa e gentile che dice: “Questa è la realtà”, “Le cose stanno così in questo momento”.
- Infine, senti il corpo, e le sensazioni legate sia all’emozione difficile, sia al tuo concederle di esserci, senza fare resistenza. Ti aiuterà a fare in modo che il tuo “dire sì” al momento presente non sia solo una scelta intellettuale, ma un modo intelligente e gentile di prenderti cura di te.
Buona pratica, Caro
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