Continuiamo a meditare sull’amore. Potresti pensare che uno degli aspetti più difficili delle relazioni è ciò che fanno gli altri, che hanno in effetti il tremendo difetto di non amarti perfettamente, cioè esattamente come vuoi tu. Eppure, guardando la situazione un po’ più a fondo, una delle ragioni per cui le relazioni possono aggrovigliarsi al di là di ogni ragionevole previsione non è tanto il fatto che prima o poi veniamo delusi, ma piuttosto il nostro essere, nostro malgrado, esperti in escalation.
Non sappiamo fermarci prima di dire o fare cose che possono danneggiare noi e chi ci sta vicino, e questo a mio avviso è dovuto fortemente alla mancanza di istruzioni ricevute su come prenderci cura di noi quando siamo attraversati da un’emozione difficile. Spero di non offendere nessuno, ma a volte ho l’impressione che facciamo tutti parte di un grande branco di analfabeti emotivi, e non mi pare un caso che una delle domande che più spesso mi viene posta sia quando conduco il programma MBSR, sia quando lavoro come psicoterapeuta, è: “Aiuto! Cosa faccio quando sono attraversato da un’emozione difficile?”. E’ per questo che in Semplicemente Spazio ci tengo così tanto alle proposte di mindfulness per bambini e adolescenti!
Ma torniamo a noi, e a una pratica di cui ho già parlato in Mente Calma Cuore Aperto, e che oggi vorrei condividere con te, a cui ci si riferisce con il suggestivo acronimo di R.A.I.N. – proprio come la traduzione in inglese di pioggia.
R sta per Riconoscere quello che stiamo provando in questo momento.
Questo sentimento che ci sta attraversando, come si manifesta, se riusciamo a sentirlo, nel corpo?
Usando una o due parole al massimo, che nome gli daresti?
A sta per Accettare.
Accettare è molto liberatorio perché ti permette di conservare le tue energie invece che perderti in mille pensieri che ti dicono che devi avere paura di quello che senti, o che dovresti vergognartene o, magari, che devi liberartene a tutti i costi perché altrimenti chissà cosa mai potrà succederti o, ancora, guai se quello che provi ora dovesse finire, ti senti male solo al pensiero!
Accettare è davvero molto rilassante. Senti quello che senti. Punto. Fidati, non è la fine del mondo e riconoscerlo è il primo passo per non entrare inutilmente in conflitto con te stesso e iniziare un processo di trasformazione autentico.
Che sia rabbia, tristezza, paura, vergogna, disperazione o qualsiasi altra emozione, riconosci quello che senti e rilassati. Senti la pace che deriva dall’accettarlo senza remare contro la tua stessa energia?
I sta per Investigare.
Investigare non è una modalità intellettuale alla Sharlock Holmes, tanto più che qui non stiamo cercando colpevoli, ma è piuttosto assumere una posizione di testimone. Se vuoi, Investigare è un po’ come la scelta di sederti comodamente in poltrona e guardare le immagini e i pensieri che ti attraversano, come se fossero un film. In altre parole, osservi quello che senti senza fissarti sul fatto che debba essere diverso, e inizi a vedere com’è. Se è rabbia, potrebbe essere un insieme di pensieri che ti dicono che devi vendicarti. Osserva questo fatto, semplicemente. Forse nella rabbia c’è anche tristezza, o paura, o entrambe. Puoi prenderne atto? Forse, c’è anche la voglia di scacciarla via a tutti i costi, magari facendo qualcosa per smettere di sentire quello che stai sentendo. Puoi osservare anche questo. Se provi gioia, si accompagna a un senso di eccitazione? O hai alla sensazione di non meritartela? Semplicemente osserva.
Infine, N sta per Non Identificarsi.
Non Identificarsi vuol dire ricordarti che sei più della somma delle parti, e che insieme alle sensazioni fisiche e ai pensieri che ti attraversano ora, c’è anche una parte di te più calma, che può osservare tutto questo senza farsi trascinare in spirali emotive nelle quali ti senti come un principiante di rafting buttato da solo in un fiume impetuoso. Non è così.
Magari sei un principiante, ma non sei da solo. Insieme a te, dentro di te, intorno alla parte di te che pensa, macina e si arrovella senza sosta, c’è qualcosa di più vasto. La possibilità di rilassarsi, osservare, e ricordarsi che tutto cambia. Non Identificarsi ti porta a vedere chiaramente che quello che provi ora non durerà per sempre. Come è sempre successo, andrà e verrà. E, se gli lasci lo spazio di muoversi invece che stritolarlo nei tuoi giudizi, vedrai che a un certo punto si trasformerà.
Ovviamente tutto questo può accadere nel tempo, solo con la pratica. Nessuna bacchetta magica, e pensare che ci debba essere è a mio avviso la forma di non accettazione più pericolosa che esista, che ti paralizza esattamente là dove non vorresti essere, e impedisce qualsiasi trasformazione.