Le emozioni non si scelgono, le emozioni arrivano
Tante sono le cose che sappiamo e dimentichiamo. Fra queste, il fatto che le emozioni non si scelgono. Le emozioni arrivano. In visita, oggi, improvviso mentre passeggiavo, facevo la spesa, preparavo una tisana, salutavo qualcuno, un ricordo. E’ il 2007, quasi Natale, dovrei festeggiare. Invece, sono sdraiata per terra nel salone della casa dove sono cresciuta. Piango e urlo parole senza senso. Forse un verso. Sono annichilita, furente, disperata. Mi sento, letteralmente, come se qualcuno mi avesse pugnalata al petto. Mia madre è morta tre mesi prima.
Se, in questi giorni, stai soffrendo per la perdita di qualcuno che amavi, questo articolo è per te.
Il dolore della perdita cambia nel tempo
Per prima cosa, vorrei dirti che, oggi, quel ricordo non mi ha trafitta. Si è posato su di me come un fiocco di neve. La neve è fredda, la neve è bagnata. Ma possiede, anche, la magia della calma e del silenzio. Fa venire, persino, voglia di qualcosa di buono. Una cioccolata calda, uno strudel, un plaid, una coccola. Questo dolore che senti, che quasi non ti riconosci e ti sembra di diventare pazzo, non sarà sempre così. Non ti dirò che il tempo guarisce tutte le ferite, perché non è vero. Alcune guariscono completamente, altre no. Ma anche quelle che resteranno, non saranno così deflagranti come ora ti sembrano. Pensa a tutte le volte in cui le cose non sono andate come avresti voluto, a quello che hai provato, e a come ti senti, ora, ricordandole. Magari non ti viene voglia di sorridere, di certo non vorresti ripetere l’esperienza, eppure qualcosa è cambiato. Sai cosa voglio dire.
Sei molto più forte di quanto tu creda. E non sei solo.
Se questo non fosse sufficiente, forse hai bisogno che qualcuno te lo dica: sei forte. Molto più di quanto credi. Puoi legittimare il tuo dolore. Puoi accoglierlo, senza temere che ti spazzi via. Fidati, passerà. Ne uscirai intero. Lo sai, vero, che non sei solo? Che almeno un’altra persona, in questo momento, sta provando quello che stai provando tu? Non te lo dico per svilire ciò che senti, ma per ricordarti, nel caso ti stessi giudicando, che sei umano. Dovessi anche piangere tutti i fiumi del mondo, va bene così. A un certo punto, quando meno te lo aspetti, la forza della corrente rallenterà, e ti troverai in un paesaggio nuovo. Sarai cambiato e, forse, apprezzerai cose che non avevi mai considerato prima. Sarai più tenero, sai più forte. Almeno, a me è successo così.
Come posso prendermi cura di me, ora?
Perché proprio a me? Perché proprio a lei? Perché proprio ora? Forse te lo stai chiedendo. Onestamente, non so risponderti. Davvero, non ne ho la più pallida idea. Magari ho qualche teoria, ma nessuna certezza. Di una cosa, però, sono abbastanza convinta: le domande che dovresti porti in questo momento sono altre. La prima: che cosa posso fare per prendermi cura di me in questo lutto? La seconda: che cosa posso fare ora per prendermi cura di me, adesso? Te lo chiedo perché, quando siamo devastati dal dolore, ci dimentichiamo delle cose semplici che ci fanno stare bene. Come bere una cioccolata, guardare un film, passeggiare con il cane, leggere un buon libro, un filo d’olio buono su un pezzo di pane. In questo momento difficile trova, ti prego, ogni occasione per prenderti cura di te. Quella che funziona meglio, senza effetti collaterali, ripetila ad oltranza. Più in generale: assicurati di mangiare sano, dormire bene, muovere il corpo. Medita. E, se ti senti solo, ricordati che non lo sei.