A volte facciamo dipendere l’amore per noi stessi dal raggiungimento di traguardi sempre più alti. Crediamo che gli altri possano avere delle difficoltà, ma quando siamo noi ad avere un problema ci sentiamo a disagio e quasi ci sembra di essere sbagliati. Oppure, di fronte a situazioni difficili, siamo così presi dall’idea di doverle affrontare che ci dimentichiamo di riconoscere la nostra fatica e quanto è importante prenderci cura anche di noi. Per non parlare dei momenti in cui ci rivolgiamo internamente a noi stessi con un linguaggio che non useremmo neanche con il nostro peggior nemico!
Se vi riconoscete anche solo parzialmente in questa descrizione, sappiate che non siete soli e potete subito darvi un grande abbraccio e complimentarvi con voi stessi per il vostro coraggio.
Vi aspetto mercoledì 28 giugno, dalle 21.15 alle 21.45,
sulla pagina Facebook di Semplicemente Mindfulness
per darci insieme tutta l’attenzione amorevole di cui abbiamo bisogno,
volerci bene con tutte le nostre imperfezioni ricordandoci che non sono difetti ma ciò che ci rende meravigliosamente umani,
e darci in questo modo la fiducia per raggiungere tutti i nostri traguardi,
sentendoci felici con tutte le nostre imperfezioni in mezzo a una vita imprevedibile ma sempre interessante, se coltiviamo la compassione che ci permette di incontrarla, sempre, anche in tutta la sua bellezza.

Autore: Carolina Traverso
Mi chiamo Carolina Traverso, Caro per gli amici. Sono nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre Italiano. Sono cresciuta prevalentemente in Italia, ma ho vissuto anche in Iran prima della scuola materna, a Londra dopo l’Università e, sulla strada per tornare a casa, ho attraversato da sola per un anno l’India e il Sud Est Asiatico con uno zaino sulle spalle. Da qualche anno vivo a Milano insieme a Iago, il mio pastore svizzero.
Le mie esplorazioni intorno alla meditazione sono iniziate quando avevo diciassette anni, per curiosità, e sono proseguite, dopo i venti, tra Londra e l’Asia. A voler essere sincera, mi sembrava di riuscire a cogliere solo in parte ciò che i miei insegnanti provavano a trasmettermi, ma sentivo che la pratica mi faceva stare bene e questo mi è bastato per farvi ritorno, nel tempo, sempre più spesso.
Ho sentito per la prima volta parlare di mindfulness una decina di anni fa, durante un ritiro di yoga a Goa, da una collega svedese che la insegnava. Desiderosa di approfondire, ho scoperto il lavoro di Jon Kabat-Zinn, me ne sono innamorata per il calore umano e il rigore scientifico, e in poco tempo mi sono formata come insegnante di mindfulness.
Da allora, sul mio percorso, ho incontrato centinaia di allievi e altrettanti maestri. Poter praticare e insegnare mindfulness, integrandola anche nel mio lavoro di psicoterapeuta, mi fa sentire enormemente fortunata. È un dono immenso di cui non posso più fare a meno.