1. Lascia andare la mentalità del povero: la tua felicità non dipende così tanto come credi dagli avvenimenti esterni
2. Diventa curioso della delusione, usala come un’occasione di risveglio: più credi che la felicità dipende dal fatto che le cose vadano esattamente come ti aspetti, più vivrai in affanno
3. Non abboccare all’amo: impara a riconoscere le tue reazioni alla delusione, e invece di reagire cercando un colpevole, stai fermo. Solo così potrà crearsi lo spazio dal quale può emergere una risposta saggia
4. Coltiva la compassione, che non vuol dire necessariamente condonare o approvare, ma accogliere nel proprio cuore la sofferenza dell’altro, che è un essere umano come te
5. Sostituisci al concetto di aspettativa quello di aspirazione. Impegnati nel realizzare i tuoi sogni e nell’esprimere i valori in cui credi, senza pretendere di controllare gli esiti di ciò che doni al mondo.
6. Fai un bel respiro, e torna al punto 1
… la prossima diretta dalla pagina Facebook sarà mercoledì 26 aprile alle 21.15. Tema: “Praticare con le emozioni difficili“. La diretta verrò poi postata su questo sito nei giorni successivi, e sarà visibile a tutti.
Buona pratica e a presto,
Carolina

Autore: Carolina Traverso
Mi chiamo Carolina Traverso, Caro per gli amici.
Sono nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre Italiano. Sono cresciuta prevalentemente in Italia, ma ho vissuto anche in Iran prima della scuola materna, a Londra dopo l’Università e, sulla strada per tornare a casa, ho attraversato da sola per un anno l’India e il Sud Est Asiatico con uno zaino sulle spalle.
Da qualche anno lavoro e amo a Milano insieme a Iago, il mio pastore svizzero.
Le mie esplorazioni intorno alla meditazione sono iniziate quando avevo diciassette anni, per curiosità, e sono proseguite, dopo i venti, tra Londra e l’Asia.
A voler essere sincera, mi sembrava di riuscire a cogliere solo in parte ciò che i miei insegnanti provavano a trasmettermi, ma sentivo che la pratica mi faceva stare bene e questo mi è bastato per farvi ritorno, nel tempo, sempre più spesso.
Ho sentito per la prima volta parlare di mindfulness una decina di anni fa, durante un ritiro di yoga a Goa, da una collega svedese che la insegnava.
Desiderosa di approfondire, ho scoperto il lavoro di Jon Kabat-Zinn, me ne sono innamorata per il calore umano e il rigore scientifico, e in poco tempo mi sono formata come insegnante di mindfulness.
Da allora, sul mio percorso, ho incontrato centinaia di allievi e altrettanti maestri.
Poter praticare e insegnare mindfulness, integrandola anche nel mio lavoro di psicoterapeuta, mi fa sentire enormemente fortunata. È un dono immenso di cui non posso più fare a meno.