“Anche se sappiamo di vivere in un mondo complesso di interconnessioni, tendiamo a concentrarci su un solo elemento di ogni situazione. Perchè mi sta succedendo questo? A chi posso dare la colpa? Come posso rimediare? Con sottile arroganza riduciamo la rete di interconnessioni a una versione semplificata di una risposta che non potremo mai conoscere davvero. Potremmo attribuire altrettanto arbitrariamente il nostro disagio all’insalata di patate che abbiamo mangiato a pranzo. Quando la vita non va come vorremmo, la pratica non è né cercare spiegazioni, né attribuire colpe. Possiamo praticare semplicemente con il ‘cos’è’ su quanti più livelli possiamo, invece di andare in cerca del ‘perchè’.” ~ Ezra Bayda
E questo ‘cos’è’ è il presente. Con tutti i livelli percettivi che vanno oltre al pensiero. Invece di cercare spiegazioni o colpevoli, fermatevi per favore e scegliete di entrare in questo momento attraverso i cinque sensi.
Respirate e sentite ciò che accade. Sentite il passaggio dell’aria attraverso le narici, la bocca e la gola, il petto, la pancia. Sentite il corpo. Il contatto dei piedi con la terra, della pelle con i vestiti e con l’aria, e tutte le sensazioni viscerali che lo attraversano. Non cercate di cambiare nulla, o di definire attraverso le parole ciò che sta accadendo. Non pensate, non visualizzate. Sentite. Sentite e basta.
Ci siete? Questo è quello che sta accadendo davvero, al di là di qualsiasi parola o commento che possiate volervi sovrapporre, tentando di manipolare ciò che, per sua natura, è inafferabile.
Continuate così. Continuate a posare l’attenzione su questo momento. Fatelo con determinazione, precisione, curiosità e benevolenza. Armatevi di pazienza, e di coraggio. In fondo, rischiate solo una cosa: di scoprire che è fluido, energizzante, vivo. E che siamo capaci di molto, molto di più di quanto non siamo abituati a credere.
Buona pratica.