, di Valeria Trabattoni”Diamo il benvenuto a noi stessi, così come siamo. Diamo il benvenuto ai nostri compagni del laboratorio di filosofia, così come sono. E diamo il benvenuto al momento presente, così come è”
24 alunni seduti in cerchio aspettano il rintocco della campana tibetana che segna l’inizio del laboratorio di Philosophy for Children (P4C). I bambini amano il nostro rituale di apertura, che ho “preso in prestito” dal corso MBSR che ho seguito con Carolina ormai più di un anno fa. Quando ascoltano le mie parole si guardano stupiti: dare il benvenuto a noi stessi? Che cosa inusuale! Anche agli adulti fa un certo effetto: concedersi qualche parola gentile, accettarsi per ciò che si è senza sentire in continuazione il bisogno di correggersi, cambiarsi, migliorarsi… in effetti è molto inusuale!
Questa settimana il laboratorio si apre con un esercizio di mindful eating. La pratica inizia con le mani che esplorano la confezione che avvolge la caramella: che cosa ci suggeriscono la forma e la consistenza dell’oggetto? E quali sensazioni produce la carta a contatto con le dita? Si tratta di sensazioni piacevoli, spiacevoli o forse neutre? Una volta scartata, possiamo avvicinare la caramella al naso e lasciare che sia l’olfatto a darci ulteriori informazioni: che profumo ha? E che cosa accade nella bocca mentre la annusiamo? Ci è forse venuta più voglia di mangiarla?
Prima di proseguire chiedo di ascoltare per un momento quella vocina che per tutto il tempo ha commentato l’esperienza: che cosa ne pensa la mente di ciò che stiamo facendo? Trova tutto questo divertente, magari un po’ strano, o forse inutile? Riusciamo ad osservare i nostri pensieri, registrandoli mentre si susseguono uno dopo l’altro per poi lasciarli andare e tornare in contatto con le sensazioni che la caramella, ormai vicina alle labbra, produce in noi? Finalmente ne mordiamo un pezzetto e lasciamo che la lingua ne senta la consistenza… ancora un attimo di pazienza per registrare tutto ciò che accade e poi possiamo deglutire e soddisfare così anche il palato!
Al termine chiedo ai bambini di restituirmi le loro impressioni: quasi tutti hanno seguito con partecipazione ed interesse; in molti la pratica ha risvegliato immagini e ricordi piacevoli; un alunno ammette che avrebbe preferito mangiare la caramella tutta in una volta e che ora ne vorrebbe un’altra. Mi chiedo se a parlare sia la sua bocca, se sia la mente, lo stomaco o sia invece la voce dell’abitudine. Forse ci sono un po’ tutte ed è proprio questo che rende così affascinante indagare la nostra relazione con il cibo. Il nostro modo di mangiare, infatti, ci parla di noi, rivela come stiamo in un determinato momento, svela i nostri automatismi ed apre le porte al cambiamento.
Mangiare con consapevolezza è dunque una pratica che va affinata giorno dopo giorno con pazienza, perseveranza ed anche con molta gentilezza verso se stessi. Praticando ci accorgiamo di quanto l’esperienza possa trasformarsi e trasformarci e di come tutto, se osservato con attenzione, diventi più intenso: dai sapori del cibo ad ogni attimo della giornata.
I tre workshop di mindful eating in programma in Semplicemente Spazio (7 febbraio, 28 marzo, 6 giugno) vanno esattamente in questa direzione: offrire ai partecipanti spunti, suggerimenti, tecniche, per esplorare le diverse facce del mindful eating e per integrarlo nella propria quotidianità. Il percorso, dunque, è rivolto a tutti coloro che vogliono “essere mindful” anche a tavola. Particolare beneficio potranno poi trarne coloro che vivono la relazione con il cibo con stress, ansia e disagio: mangiare con attenzione mindful, infatti, dona al momento del pasto un valore aggiunto. E così, oltre a nutrire con più attenzione il nostro corpo, riconosceremo ciò di cui abbiamo fame – ad ogni livello – ed impareremo a nutrire ogni parte di noi con ciò di cui ha davvero bisogno.
Valeria Trabattoni