Mercoledì scorso si è concluso il percorso MBSR. In queste otto settimane qualcosa è cambiato. Qualcosa di profondo, di radicale.
E la cosa sorprendente è che tutto è avvenuto in modo semplice e leggero.
L’attenzione e la consapevolezza rendono le “piccole cose” di tutti i giorni momenti di autentico amore verso se stessi, trasformano l’ordinario in straordinario.
Che dire di me?
Mi sono concessa di sentire. Sembra normale, lo so. Ma rientrare in connessione con i propri sentimenti, le sensazioni, la gioia, il dolore, la rabbia per me è stata una riscoperta. Troppo tempo ho vissuto in apnea, e in una città come Milano la frenesia palpabile rende molto facile trovare una scusa per non ascoltarsi e farsi travolgere dal fiume in piena.
Se dovessi individuare il leitmotiv del mio cambiamento durante il programma MBSR direi che ho imparato a volermi più bene, e non poco.
Le relazioni difficili non sono più così difficili, la rabbia non è più livore, ho imparato a stare con le cose così come sono.
Sento che dentro di me ora c’è un piccolo germoglio da coltivare e far crescere con amore.
Il percorso MBSR dopo otto settimane si conclude, ma è solo l’inizio di una bellissima svolta.
E per questo voglio ringraziare Carolina e tutti i miei compagni di corso che hanno reso questo periodo così speciale!

Autore: Carolina Traverso
Mi chiamo Carolina Traverso, Caro per gli amici.
Sono nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre Italiano. Sono cresciuta prevalentemente in Italia, ma ho vissuto anche in Iran prima della scuola materna, a Londra dopo l’Università e, sulla strada per tornare a casa, ho attraversato da sola per un anno l’India e il Sud Est Asiatico con uno zaino sulle spalle.
Da qualche anno lavoro e amo a Milano insieme a Iago, il mio pastore svizzero.
Le mie esplorazioni intorno alla meditazione sono iniziate quando avevo diciassette anni, per curiosità, e sono proseguite, dopo i venti, tra Londra e l’Asia.
A voler essere sincera, mi sembrava di riuscire a cogliere solo in parte ciò che i miei insegnanti provavano a trasmettermi, ma sentivo che la pratica mi faceva stare bene e questo mi è bastato per farvi ritorno, nel tempo, sempre più spesso.
Ho sentito per la prima volta parlare di mindfulness una decina di anni fa, durante un ritiro di yoga a Goa, da una collega svedese che la insegnava.
Desiderosa di approfondire, ho scoperto il lavoro di Jon Kabat-Zinn, me ne sono innamorata per il calore umano e il rigore scientifico, e in poco tempo mi sono formata come insegnante di mindfulness.
Da allora, sul mio percorso, ho incontrato centinaia di allievi e altrettanti maestri.
Poter praticare e insegnare mindfulness, integrandola anche nel mio lavoro di psicoterapeuta, mi fa sentire enormemente fortunata. È un dono immenso di cui non posso più fare a meno.
Grazie a te Cristina per la tua attenzione, la tua dedizione alla pratica e la condivisione! 🙂