“Tutto ciò che accade, non importa quanto possa sembrare disastroso o di chi sia la colpa, porta con sé un potenziale beneficio. Sta a te trovarlo” ~ Norman Fischer
Prendercela con qualcosa o con qualcuno: il sistema, i politici, il traffico, i genitori, la suocera, il capo, la gente, noi stessi… in un modo o nell’altro, chi più chi meno, lo facciamo tutti. Si tratta di un’abitudine profondamente radicata nel nostro modo di affrontare le cose.
Ho appena scritto affrontare? Bene, sappiate che ho sbagliato.
Perché questo, in una prospettiva di mindfulness, non è affrontare le cose.
E’ respingere, giudicare e resistere all’esperienza di questo momento.
E’ scegliere di non vivere questo momento.
Anche se fosse davvero colpa di qualcosa e di qualcuno, ormai è successo.
Le cose sono così come sono.
Quindi, l’unica cosa che possiamo fare è trovare nella loro presenza un’occasione per imparare.
Se ci apriamo alla possibilità che ci sia una lezione, la lezione si presenta.
E noi possiamo coglierla.
Responsabilizzarsi, please.
E ripetere come un mantra nell’arco di una giornata, o di una vita.
Responsabilizzarsi, please.
A partire da noi.
Meditazione è, anche, questo.

Autore: Carolina Traverso
Mi chiamo Carolina Traverso, Caro per gli amici.
Sono nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre Italiano. Sono cresciuta prevalentemente in Italia, ma ho vissuto anche in Iran prima della scuola materna, a Londra dopo l’Università e, sulla strada per tornare a casa, ho attraversato da sola per un anno l’India e il Sud Est Asiatico con uno zaino sulle spalle.
Da qualche anno lavoro e amo a Milano insieme a Iago, il mio pastore svizzero.
Le mie esplorazioni intorno alla meditazione sono iniziate quando avevo diciassette anni, per curiosità, e sono proseguite, dopo i venti, tra Londra e l’Asia.
A voler essere sincera, mi sembrava di riuscire a cogliere solo in parte ciò che i miei insegnanti provavano a trasmettermi, ma sentivo che la pratica mi faceva stare bene e questo mi è bastato per farvi ritorno, nel tempo, sempre più spesso.
Ho sentito per la prima volta parlare di mindfulness una decina di anni fa, durante un ritiro di yoga a Goa, da una collega svedese che la insegnava.
Desiderosa di approfondire, ho scoperto il lavoro di Jon Kabat-Zinn, me ne sono innamorata per il calore umano e il rigore scientifico, e in poco tempo mi sono formata come insegnante di mindfulness.
Da allora, sul mio percorso, ho incontrato centinaia di allievi e altrettanti maestri.
Poter praticare e insegnare mindfulness, integrandola anche nel mio lavoro di psicoterapeuta, mi fa sentire enormemente fortunata. È un dono immenso di cui non posso più fare a meno.