Secondo il rapporto della International Association for the Study of Pain (IASP) nel mondo un adulto su cinque soffre di una qualche forma di dolore cronico, percentuale che sale ad uno suo quattro in Italia.
Si tratta di una vera e propria malattia che comporta modificazioni a carico delle vie di trasmissione del dolore e che può diminuire in modo importante la qualità di vita sia sociale che lavorativa di chi ne è affetto, oltre a contribuire allo sviluppo di disturbi dell’umore e del sonno.
Lo studio pionieristico di Jon Kabat-Zinn nel 1982 è stato il primo a suggerire il valore del programma MBSR nel trattare il dolore cronico e l’edizione di novembre del Mindfulness Research Monthly (MRM) riporta i tre studi più recenti sull’argomento
David S. Black, curatore dell’MRM, commenta come nel loro insieme questi studi offrano un supporto limitato all’efficacia dell’MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) nel trattamento dei disturbi da dolore cronico, e sottolinea il bisogno di studi ulteriori per identificare sia le condizioni specifiche e i gruppi di età che hanno una maggiore probabilità di beneficiare dall’MBSR, sia come le componenti specifiche dell’MBSR sono correlate a cambiamenti del dolore, sottolineando che i ricercatori farebbero bene a misurare l’accettazione del dolore e non solo la sua intensità.
L’esperienza di insegnamento e pratica della mindfulness mi porta a sostenere calorosamente la posizione di Black: la componente di accettazione (da non confondere, come spesso grossolanamente accade, con la rassegnazione) è fondamentale per il benessere psicofisico di ognuno di noi e a questo proposito vi invito a leggere il bellissimo Sallena Sutta, o discorso del Buddha sulle due frecce, che illustra molto bene la differenza tra la sofferenza e la reazione ad essa.
Chissà, forse Charles Schultz l’aveva letto.
Autore: Carolina Traverso
Mi chiamo Carolina Traverso, Caro per gli amici. Sono Psicologa, Psicoterapeuta e insegnante di mindfulness formata con Jon Kabat-Zinn e il suo team presso il Center for Mindfulness della University of Massachusetts Medical School.
Sono nata in Costa D’Avorio da madre belga e padre italiano. Sono cresciuta prevalentemente in Italia, ma ho vissuto anche in Iran prima della scuola materna, a Londra dopo l’Università e, sulla strada per tornare a casa, ho attraversato da sola per un anno l’India e il Sud Est Asiatico senza telefonino e con uno zaino sulle spalle.
Da diverso tempo lavoro e amo a Milano insieme a Iago, il mio pastore svizzero, che ho fortemente voluto, quand’ero single, per sentirmi meno sola. Ho vissuto senza relazioni sentimentali stabili per tanti anni e conosco molto bene l’esperienza della singletudine. Ci ho scritto persino un libro, Semplicemente Single (Hoepli, 2021), a ridosso della pubblicazione del quale, a 47 anni, ho conosciuto l’uomo che oggi è mio marito.
Alcune persone, scherzando ma neanche troppo, dicono per questo che Semplicemente Single porti fortuna. Onestamente non saprei, ma posso dirti che le riflessioni che ho fatto scrivendolo mi hanno aiutata a fare chiarezza dentro di me e a lasciare andare vecchi pesi che non mi ero accorta di portare ancora.
Sarà forse questa coincidenza di fattori, una storia d’amore all’incrocio con un libro solo apparentemente per single, ma che in realtà è un manuale di educazione sentimentale, che mi sono ritrovata a parlare sempre più di amore e relazioni sulla stampa e in radio?
Altre cose che potresti volere sapere di me è che nel 2016 ho scritto “Mente Calma Cuore Aperto”, Sperling & Kupfer e che, per Hoepli, ha curato la collana dedicata alla mindfulness.
Appaio spesso su testate e radio nazionali, tra cui IoDonna.it, VanityFair.it e Radio Deejay, dove parlo di amore e relazioni.
bella questa della scheggia, la userò! 🙂
grazie a te per la condivisione! 🙂