Googleplex: i quartieri generali di Google USA. Ci sono stata a febbraio di quest’anno, in occasione della meravigliosa Wisdom 2.0 Conference. E posso dirvi che è vero: ci entri, e ti sembra tutto così bello che la tua mente inizia a supplicarti di trovare un modo per trasferirti lì.
Eppure, dietro a tutti gli evidenti benefits, non stento a credere che la vita non sia sempre facile in un’atmosfera lavorativa dove Larry Page, co-fondatore e CEO di Google, ha candidamente dichiarato di volere mantenere per Google “una salutare noncuranza per l’impossibile”.
E allora non stupisce che, fra i vari corsi gratuiti offerti ai dipendenti, uno dei più gettonati sia Search Inside Yourself (S.I.Y.), creatura di Chade-Meng Tan, 41 aa., ingegnere, 107esimo assunto da Google nel 2000.
Pensate a S.I.Y., cui ha collaborato anche Daniel Goleman, come allo Zen di Google: un programma per coltivare la capacità di concentrazione, la consapevolezza di sé e la regolazione emotiva.
Più di 1000 dipendenti hanno fatto il corso, che ne accoglie 60 alla volta, e c’è una lista di attesa di 30 persone ogni volta che viene offerto, quattro volte all’anno. Si parla di come affrontare il fallimento (giuro), di condivisione delle emozioni, e di stare fermi a non fare (apparentemente) nulla per tanti, tanti minuti. Si parla di diventare esperti di sé stessi, capacità che Richard Fernandez, direttore dello sviluppo esecutivo da Google, descrive come “un conto in banca emotivo e mentale”. Perché il business è fatto di persone. E in un contesto dove il quoziente intellettivo è già alto, è quello emotivo che fa la differenza, anche in termini di produttività.
Ora, se volete, potete guardarvi il TED video di Mr. Tan, che spiega perché coltivare la compassione fa bene al business.